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    • Rocking Lives (Saggio Moderno 2016)

    • fame 1980 movie poster 2.jpgFame (M. Gore, D. Pitchford)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Per chi è cresciuto negli anni ‘80 Saranno Famosi (il film e ancora di più il telefilm) sono un ricordo indelebile. E forse è anche merito di quella mitica “scuola delle arti performative” se molti di noi si sono dedicati alla musica. E tra gli insegnamenti indimenticabili ci sono sicuramente le parole di Lidya Grant nella sigla: “Voi sognate la fama e il successo, ma queste cose costano ed è proprio qui che inizierete a pagare…con il sudore!”

      https://www.youtube.com/watch?v=3wN7-_zb-tw

      Fame è stato prima un meraviglioso film di Alan Paker poi una serie televisiva durata 6 stagioni. A differenza di altri prodotti similari proposti negli anni successivi, il fascino di Fame risiede nel trasudare verità. Molti dei protagonisti incarnavano personaggi molto simili a loro stessi. Pensiamo al talento incontenibile e ribelle di LeRoy Johnson, o a Bruno Martelli che scrisse realmente la maggior parte dei meravigliosi brani della serie, alla poliedrica violoncellista-cantante-ballerina-attrice Lori Singer, senza dimenticare Lidya Grant che curò tutte le coreografie e la regia di molti episodi. Fu una serie che metteva in scena ogni settimana grandi numeri di danza e canto con un cast talmente eccezionale da andare addirittura in turnè per esibirsi dal vivo in giro per il mondo.

      Un fenomeno unico dietro al quale si celava comunque il forte disagio di giovani esuberanti talenti che a stento ressero la pressione dello showbuisiness come si può scoprire in questi due documentari:

      https://www.youtube.com/watch?v=4wTLaxuHkgg

      https://www.youtube.com/watch?v=xySShAPy3yg

      http://lyricstranslate.com/it/fame-gloria.html#ixzz46guRRRyu

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      FAME

      Baby look at me
      And tell me what you see
      You ain’t seen the best of me yet
      Give me time I’ll make you forget the rest
      I got more in me
      And you can set it free
      I can catch the moon in my hands
      Don’t you know who I am
      Remeber my name

      Fame
      I’m gonna live forever
      I’m gonna learn how to fly
      High
      I feel it coming together
      People will see me and cry
      Fame
      I’m gonna make it to heaven
      Light up the sky like a flame
      Fame
      I’m gonna live forever
      Baby remember my name
      Remember x8

      Baby hold me tight
      Cause you can make it right
      You can shoot me straight to the top
      Give me love and take all I’ve got to give
      Baby I’ll be tough
      Too much is not enough
      I’ll grab your heart til it breaks
      Ooo I got what it takes

      Fame
      I’m gonna live forever
      I’m gonna learn how to fly High
      I feel it coming together
      People will see me and cry
      Fame
      I’m gonna make it to heaven
      Light up the sky like a flame
      Fame
      I’m gonna live forever
      Baby remember my name
      Remember x8 

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      GLORIA

      Baby guardami
      E dimmi quello che vedi
      Non hai ancora visto il meglio di me
      Dammi tempo ti farò dimenticare tutti il rest
      Ho ancora di più dentro di me
      E tu puoi liberarlo
      Posso afferrare la luna con le mie mani
      Non sai chi sono io?
      Ricorda il mio nome

      Fama (Gloria)
      Vivrò per sempre
      Imparerò a volare in alto
      Sento che sta arrivando insieme
      La gente mi vedrà e piangerà
      Fama (Gloria)
      Raggiungerò il paradiso
      Illuminerò il cielo come una fiamma
      Fama (Gloria)
      Vivrò per sempre
      Baby ricorda il mio nome
      Ricorda x8

      Baby tienimi stretta
      perché so che puoi fare la cosa giusta
      Puoi spararmi dritto verso la vetta
      Dammi amore e prendo tutto quello che ho da dare
      Baby io sarò rigorosa
      il ”Troppo” non è abbastanza
      Afferrerò il tuo cuore finchè si spezza
      Ooo ho io quello che ci vuole
      Fama (Gloria)
      Vivrò per sempre
      Imparerò a volare in alto
      Sento che sta arrivando insieme
      La gente mi vedrà e piangerà
      Fama (Gloria)
      Raggiungerò il paradiso
      Illuminerò il cielo come una fiamma
      Fama (Gloria)
      Vivrò per sempre
      Baby ricorda il mio nome
      Ricorda x8

      [/accordion] [/accordions]

       

      buon compleanno elvis.jpgLa forza della banda (Ligabue)
      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Far parte di una band è una magnifica opportunità di esprimere ciò che si ha dentro e di confrontarsi con gli altri ma porta con se anche delle responsabilità verso i colleghi e verso il pubblico. Per i musicisti suonare è una necessità fisiologica. Si parte spesso dalle cantine e locali improbabili, per arrivare chi lo sa… seguendo l’esempio dei propri idoli con umiltà sapendo che probabilmente pochi riusciranno a lasciare una traccia ma non per questo si deve rinunciare, come diceva Walt Whitman, a “scrivere il proprio verso”.

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      LA FORZA DELLA BANDA

      La forza della banda per forza viene fuori
      ballando dietro il groove ballando in mezzo ai nostri orrori
      noi veniamo da qui dietro e andiamo… chi lo sa
      facendo le campagne, facendo tutte le città.
      Nel nome del tuo mondo nel nome di chi sei
      la banda è sempre aperta vieni, dici e, se vuoi, vai
      che c’è un tempo per tacere e il tempo in cui non puoi
      sul tempo che la banda tiene ci puoi dire ciò che sei.
      Nel nome di te, nel nome di chi c’è
      c’è la banda accesa.
      Nel nome di te, nel nome di chi c’è
      di chi se no?
      Nel nome di te, nel nome di chi c’è
      non ci sono scuse.
      O suoni oppure lasci suonare
      e o…
      La forza della banda sta nel non dover piacere
      perché giocare al rock ‘n roll comunque è un’opinione
      ci son rappers da parrocchia e punk per sentito dire
      la banda e fuori genere ma dice ciò che deve dire
      e te lo dice in faccia nel nome di chi sei
      nel nome di quel mondo che vorresti e che vorrei
      mentre il batterista mena perché si sente un dio
      io suono dico e sbaglio ma sempre e solo a modo mio.
      Nel nome di te, nel nome di chi c’è
      c’è la banda accesa.
      Nel nome di te, nel nome di chi c’è
      di chi se no?
      Nel nome di te, nel nome di chi c’è
      non ci sono scuse.
      O balli oppure lasci ballare
      e o…
      La forza della banda è nello star lontani
      dai posti in cui son stati Brian, Janis, Jim e Jimi
      che son grandi e lo sappiamo, nessuno è come loro
      ma io non mi vergogno se suono per restare vivo
      e noi passiamo piano, siam molto più leggeri
      le nostre tracce tanto non rimangono nemmeno
      che c’è un tempo da tenere e che c’è un tempo per morire
      la banda è ancora in giro: qualcuno deve far ballare.
      Nel nome di te, nel nome di chi c’è
      c’è la banda accesa.
      Nel nome di te, nel nome di chi c’è
      di chi se no? Nel nome di te,
      nel nome di chi c’è
      non ci sono scuse.
      O suoni oppure ti lasci suonare.

      [/accordion] [/accordions]

       

      eagles-desperado.jpgDesperado (Eagles)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Scritta da Don Henley e Glenn Frey (che ci ha lasciato pochi mesi fa), Desperado è una della canzoni più famose degli Eagles e racconta la condizione della rock star tramite la metafora western del fuorilegge (metafora cui ricorrerà anche Bon Jovi alcuni anni più tardi con Wanted dead or alive). In particolare il brano si sofferma sul disagio del protagonista che attraversa un momento di confusione e viene invitato a scegliere la donna di cuori invece di quella di denari e ad accettare di lasciarsi amare prima che sia troppo tardi.

      The Hidden Meaning in the Song “Desperado”

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      DESPERADO

      Desperado, why don’t you come to your senses?
      You been out ridin’ fences for so long now
      Oh, you’re a hard one
      I know that you got your reasons
      These things that are pleasin? you
      Can hurt you somehow
      Don’t you draw the queen of diamonds, boy
      She’ll beat you if she’s able
      You know the queen of heats is always your best bet
      Now it seems to me, some fine things
      Have been laid upon your table
      But you only want the ones that you can’t get
      Desperado, oh, you ain’t gettin’ no youger
      Your pain and your hunger, they’re drivin’ you home
      And freedom, oh freedom well, that’s just some people talkin’
      Your prison is walking through this world all alone
      Don’t your feet get cold in the winter time?
      The sky won’t snow and the sun won’t shine
      It’s hard to tell the night time from the day
      You’re loosin’ all your highs and lows
      Ain’t it funny how the feeling goes away?
      Desperado, why don’t you come to your senses?
      Come down from your fences, open the gate
      It may be rainin’, but therès a rainbow above you
      You better let somebody love you, before it’s too late

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      DESPERADO

      Desperado, perchè non usi la ragione?
      Sei stato fuori dai binari per cosi tanto tempo
      Sei un duro
      So che hai le tue ragioni
      Queste cose che ti fanno piacere
      Possono ferirti in qualche modo
      Non pescare la regina di quadri, ragazzo
      Ti batterà se ne ha l’occasione
      Sai che la regina di cuori è sempre la tua migliore scelta
      Adesso mi sembra che tante belle cose
      Siano state lasciate sul tuo tavolo
      Ma tu vuoi solo quello che non puoi avere
      Desperado oh non stai diventando più giovane
      Il tuo dolore e la tua fame ti stanno portando a casa
      E la libertà, oh la libertà beh, è soltanto qualcosa di cui la gente parla
      La tua prigione è camminare attraverso questo mondo da solo
      Ma i tuoi piedi non diventano freddi nell’inverno?
      Dal cielo non nevica e il sole non brilla
      È difficile distinguere la notte dal giorno
      Stai perdendo tutti i tuoi alti e bassi
      Non è strano come il sentimento se ne vada?
      Desperado, perché non usi la ragione?
      Scendi dalle tue posizioni, apri il cancello
      Potrebbe piovere, ma c’è un arcobaleno sopra di te
      Faresti meglio a lasciare che qualcuno ti ami prima che sia troppo tardi

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      Fabrizio de andrè - non al denaro non all'amore nè al cielo - front.jpgIl suonatore Jones (F. De André)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      In un’intervista De André disse “calarmi in questo personaggio così sereno da suonare per pure divertimento, senza farsi pagare, per me che sono un professionista della musica è stato tutt’altro che facile. Per Jones la musica non è un mestiere, è un’alternativa: ridurla a un mestiere sarebbe come seppellire la libertà. E in questo momento non so dire se non finirò prima o poi per seguire il suo esempio. Il suonatore di violino (che è diventato per ragioni metriche di flauto) è uno che i problemi esistenziali se li risolve, e se li risolve perché, ancora, è disponibile. È disponibile perché il suo clima non è quello del tentativo di arricchirsi ma del tentativo di fare quello che gli piace: è uno che sceglie sempre il gioco, e per questo muore senza rimpianti”.

      Approfondimento:

      Il Suonatore Jones

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      IL SUONATORE JONES

      In un vortice di polvere
      gli altri vedevan siccità,
      a me ricordava la gonna di Jenny
      in un ballo di tanti anni fa.

      Sentivo la mia terra
      vibrare di suoni, era il mio cuore
      e allora perché coltivarla ancora,
      come pensarla migliore.

      Libertà l’ho vista dormire
      nei campi coltivati
      a cielo e denaro, a cielo ed amore,
      protetta da un filo spinato.

      Libertà l’ho vista svegliarsi
      ogni volta che ho suonato
      per un fruscio di ragazze a un ballo,
      per un compagno ubriaco.

      E poi se la gente sa,
      e la gente lo sa che sai suonare,
      suonare ti tocca per tutta la vita
      e ti piace lasciarti ascoltare.

      Finii con i campi alle ortiche
      finii con un flauto spezzato
      e un ridere rauco ricordi tanti
      e nemmeno un rimpianto.

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      chico_buarque.jpgLa banda (Chico Buarque de Hollanda)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      “La banda” in Italia è nota nella versione di Mina ed è considerata, dai più, una canzonetta leggera ma si tratta di una cover di una importantissima canzone brasiliana: “A banda” di Chico Buarque de Hollanda. ‎“A banda” raccontava della disperazione che era presente nella società brasiliana sotto la dittatura e ‎parlava della tristezza, della paura e della solitudine della gente. Ma bastava il passaggio di una ‎banda di paese “cantando coisas de amor” perché la speranza si facesse nuovamente largo nella ‎disperazione…‎Un brano coraggioso che sfuggendo alla censura riuscì a vincere nel ’66 il festival della canzone brasiliana e che ci ricorda come per molti musicisti fare musica sia una forma molto concerta di impegno civile.

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      LA BANDA

      Una tristezza così non la sentivo da mai
      ma poi la banda arrivò e allora tutto passò
      volevo dire di no quando la banda passò
      ma il mio ragazzo era lì e allora dissi di si
      e una ragazza che era triste sorrise all’amor
      ed una rosa che era chiusa di colpo sbocciò
      ed una flotta di bambini festosi
      si mise a suonare come fa la banda
      e un uomo serio il suo cappello per aria lanciò
      fermò una donna che passava e poi la baciò
      dalle finestre quanta gente spuntò
      quando la banda passò cantando pace ed amor
      Quando la banda passò nel cielo il sole spuntò
      e il mio ragazzo era lì e io gli dissi di si
      La banda suona per noi
      La banda suona per voi
      la..la..la..la..la..la..la
      la..la..la..la..la..la..la

      E tanta gente dai portoni cantando sbucò
      e tanta gente in ogni vicolo si riversò
      e per la strada quella povera gente
      marcia felice dietro la sua banda
      Se c’era uomo che piangeva sorrise perché
      sembrava proprio che la banda suonasse per lui
      in ogni cuore la speranza spuntò
      quando la banda passò cantando cose d’amor
      La banda suona per noi
      La banda suona per voi
      la..la..la..la..la..la..la
      la..la..la..la..la..la..la

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo originale”]

      A BANDA

      Estava à toa na vida
      O meu amor me chamou
      Pra ver a banda passar
      Cantando coisas de amor

      ‎A minha gente sofrida
      Despediu-se da dor
      Pra ver a banda passar
      Cantando coisas de amor

      ‎O homem sério que contava dinheiro parou
      O faroleiro que contava vantagem parou
      A namorada que contava as estrelas parou
      Para ver, ouvir e dar passagem

      A moça triste que vivia calada sorriu
      A rosa triste que vivia fechada se abriu
      E a meninada toda se assanhou
      Pra ver a banda passar
      Cantando coisas de amor

      ‎O velho fraco se esqueceu do cansaço e pensou
      Que ainda era moço pra sair no terraço e dançou
      A moça feia debruçou na janela
      Pensando que a banda tocava pra ela
      A marcha alegre se espalhou na avenida e insistiu
      A lua cheia que vivia escondida surgiu

      Minha cidade toda se enfeitou
      Pra ver a banda passar cantando coisas de amor
      Mas para meu desencanto
      O que era doce acabou
      Tudo tomou seu lugar
      Depois que a banda passou

      ‎E cada qual no seu canto
      Em cada canto uma dor
      Depois da banda passar
      Cantando coisas de amor

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      jacksonbrowne-runningonempty(8).jpgUna città per cantare (Ron)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Uno dei primi successi di Ron fu questa cover di Danny O’Keefe tradotta per lui da Lucio Dalla.

      Il testo del brano racconta la vita di un musicista durante una tournée, gli incontri con le persone, gli spettacoli effettuati, le nuove canzoni composte. Ma anche la solitudine nelle stanze dei motel, la lontananza dagli affetti.

      Altrettanto celebre è la cover che ne fece Jackson Browne nel suo album capolavoro Running on empty dove la canzone è registrata per metà proprio in una camera d’albergo durante una turné e per metà dal vivo.

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      UNA CITTà PER CANTARE

      Grandi strade piene
      vecchi alberghi trasformati
      tu scrivi anche di notte
      perche’ di notte non dormi mai,
      buio anche tra i fari
      tra ragazzi come te
      tu canti smetti e canti
      sai che non ti fermerai

      caffe’ alla mattina
      puoi fumarti il pomeriggio
      si parlera’ del tempo
      se c’e’ pioggia non suonerai
      quante interurbane
      per dire “come stai?”
      raccontare dei successi
      e dei fischi non parlarne mai

      e se ti fermi
      convinto che ti si puo’ ricordare
      hai davanti un altro viaggio
      e una citta’ per cantare

      alle ragazze non chieder niente
      perche’ niente di posson dare
      se il tuo nome non e’ sui giornali
      o si fa dimenticare

      lungo la strada
      tante facce diventano una
      che finisci per dimenticare
      o la confondi con la luna

      ma quando ti fermi
      convinto che ti si puo’ ricordare
      hai davanti un altro viaggio
      e una citta’ per cantare

      grandi strade piene
      vecchi alberghi dimenticati
      io non so se ti conviene
      i tuoi amori dove sono andati

      buia e’ la sala
      devi ancora cominciare
      tu provi smetti e provi
      la canzone che dovrai cantare

      e non ti fermi
      convinto che ti si puo’ ricordare
      hai davanti una canzone nuova
      e una citta’ per cantare

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo originale”]

      THE ROAD

      Highways and dancehalls
      A good song takes you far
      Your write about the moon
      And you dream about the stars

      Blues in old motel rooms
      Girls in daddy’s car
      You sing about the nights
      And you laugh about the scars

      Coffee in the morning
      cocaine afternoons
      You talk about the weather
      And you grin about the rooms

      Phone calls long distance
      To tell how you’ve been
      Forget about the losses, you exaggerate the wins

      And when you stop to let ’em know
      You’ve got it down
      It’s just another town along the road

      The ladies come to see you
      If your name still rings a bell
      They give you damn near nothin’
      And they’ll say they knew you well

      So you tell ’em you’ll remember
      But they know it’s just a game
      And along the way their faces
      All begin to look the same

      And when you stop to let ’em know
      You got it down
      It’s just another town along the road

      Well it isn’t for the money
      And it’s only for a while
      You stalk about the rooms
      And you roll away the miles

      Gamblers in the neon, clinging to guitars
      You’re right about the moon
      But you’re wrong about the stars

      And when you stop to let ’em know
      You got it down
      It’s just another town along the way

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      trovato.jpgNon ho più la mia città (G. Trovato)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      “Non ho più la mia città” è un brano del 1993 di Gerardina Trovato dal contenuto autobiografico. Parla infatti del trasferimento della cantautrice dalla natia Catania a Roma, un passo resosi necessario per far progredire la propria carriera ma sofferto perché la grande città è un posto grigio e freddo dove si avverte drammaticamente la mancanza del sole del mare e dei rapporti umani, di un legame con la terra. E se Catania non le consentiva di realizzare il sogno anche Roma allora è solo un passaggio intermedio e bisogna continuare a sognare senza aver paura.[/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      NON HO Più LA MIA CITTà

      Venne il giorno che le dissi
      tu Catania non mi basti
      dei miei sogni che ne hai fatto
      me li hai chiusi in un cassetto
      e sognavo di partire
      di trovarmi in un bel posto
      per poter riaprire
      quel cassetto ormai nascosto
      chiuso con delle catene
      pieno ormai di ragnatele
      Mi dicevi da bambina
      guarda sempre quelle stelle
      basta sai vederne una
      che va giu’, tutto s’avvera
      quante stelle avro’ contato
      quante ne ho viste cadere
      ma l’America e’ lontana
      ma l’America, l’America
      era questo sai il mio sogno
      di volare su New York.
      E adesso sto cantando
      e ancora sto sognando
      ma sempre dalla mia citta’.
      Non e’ cambiato niente
      tutte le notti aspetto
      ancora una stella cadente.
      E cosi’ presi quel treno
      mi fottevo di paura
      mi portai solo il cassetto pieno ormai di ragnatele
      E cosi’ arrivai in quel posto
      fatto tutto di motori
      mi mancava la mia spiaggia
      mi mancava la tua faccia
      che ogni notte mi portava
      a guardare i pescatori.
      E adesso sto cantando
      e ancora sto sognando
      ma non ho piu’ la mia città
      Non e’ cambiato niente
      tutte le notti aspetto ancora
      una stella cadente.
      E adesso sto cantando
      e ancora sto sognando
      ma non ho piu’ la mia citta’.
      Dove vivo non c’e’ il mare
      sulle case sempre neve
      solo nebbia e vento freddo
      sopra il grano scende pioggia
      ma le strade sono bianche
      non c’e’ terra e non c’e’ sangue
      penso ancora alle parole
      scritte in alto sul giornale:
      chi non ha paura di morire muore una volta sola.
      E adesso sto cantando
      e ancora sto sognando
      ma non ho piu’ la mia citta’
      non e’ cambiato niente
      tutte le notti aspetto
      ancora una stella cadente
      E adesso sto cantando
      e ancora sto sognando
      ma non ho piu’ la mia città

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      billyjoel-itsstillrockandrolltome.jpgIt’s Still Rock ‘n’ Roll To Me (B. Joel)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Spesso i musicisti sono spinti dai loro produttori ad adattara la loro immagine (se non addirittura la loro musica) per seguire mode e presunti gusti del pubblico. In questo brano del 1980 Billy Joel si rifiuta di seguire le nuove mode (punk, funk, new wave), di cambiare il suo look o la sua musica per rimanere al passo con i gusti dei più giovani perchè è convinto che la musica, se è buona musica, piacerà a prescindere da come viene “vestita”.

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      IT’S STILL ROCK AND ROLL TO ME

      What’s the matter with the clothes I’m wearing?
      “Can’t you tell that your tie’s too wide?”
      Maybe I should buy some old tab collars?
      “Welcome back to the age of jive
      Where have you been hidin’ out lately, honey?
      You can’t dress trashy till you spend a lot of money”
      Everybody’s talkin’ ’bout the new sound
      Funny, but it’s still rock and roll to me
      What’s the matter with the car I’m driving?
      “Can’t you tell that it’s out of style?”
      Should I get a set of white wall tires?
      “Are you gonna cruise a miracle mile?
      Nowadays you can’t be too sentimental
      You best bet’s a true baby blue Continental”
      Hot funk, cool punk, even if it’s old junk
      It’s still rock and roll to me
      Oh, it doesn’t matter what they say in the papers
      ‘Cause it’s always been the same old scene
      There’s a new band in town
      But you can’t get the sound from a story in a magazine…
      Aimed at your average teen
      How about a pair of pink sidewinders
      And a bright orange pair of pants?
      “You could really be a Beau Brummel baby
      If you just give it half a chance
      Don’t waste your money on a new set of speakers
      You get more mileage from a cheap pair of sneakers”
      Next phase, new wave , dance craze, anyways
      It’s still rock and roll to me
      What’s the matter with the crowd I’m seeing?
      “Don’t you know that their out of touch?”
      Should I try to be a straight ‘A’ student?
      “If you are then you think too much
      Don’t you know about the new fashion honey?
      All you need are looks and a whole lotta money”
      It’s the next phase, new wave , dance craze, anyways
      It’s still rock and roll to me
      Everybody’s talkin’ ’bout the new sound
      Funny, but it’s still rock and roll to me

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      PER ME, è SEMPRE ROCK AND ROLL

      Qual’è il problema con i vestiti che indosso?
      “Non ti sembra che la tua cravatta sia troppo larga?”
      Forse dovrei comprarmi un tab collar (colletto a linguetta)?
      “Bentornati nell’era del jive
      dove sei stato nascosto ultimamente, dolcezza?
      non puoi vestirti di stracci se spendi un sacco di soldi”
      tutti parlano del nuovo sound
      divertente, ma per me è sempre rock and roll
      Qual’è il problema con la macchina che guido?
      “Non ti sembra fuori moda?”
      dovrei procurarmi un set di gomme bianche?
      “devi viaggiare attraverso il Miracle Mile?
      Oggi giorno non si può essere troppo sentimentali
      La scelta migliore è una Continental blu”
      Hot funk, cool punk, anche se è vecchia spazzatura
      Per me è sempre rock and roll
      Oh, non importa cosa dicono i giornali
      Perché è sempre la stessa vecchia storia
      C’è una nuova band in città
      ma non puoi sentire il suono da una storia in una rivista…
      destinata al teenager medio
      che ne dici di un paio di sandali rosa
      e un paio di pantaloni arancioni?
      “Potresti davvero essere un Beau Brummel, baby
      se solo ti dessi una possibilità
      Non sprecare i tuoi soldi in un nuovo set di speaker
      fari più chilometri con un paio discopre da ginnastica economiche”
      Fase Successiva, New Wave , Dance-Mania, tuttavia
      Per me è sempre rock and roll
      Qual’è il problema con la gente che frequento?
      “Non lo sai che sono fuori dal mondo?”
      Dovrei provare ad essere uno studente modello?
      “Se lo sei, allora pensi troppo
      Non sai della nuova moda, dolcezza?
      Tutto ciò che ti serve è un bell’aspetto e un sacco di soldi”
      È la Fase Successiva, New Wave , Dance-Mania, tuttavia
      Per me è sempre rock and roll
      Tutti parlano del nuovo sound
      Divertente, ma per me è sempre rock and roll

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      ziggy.jpgZiggy Stardust (D. Bowie)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Per ricordare David Bowie, un grande artista che ci ha lasciato pochi mesi, lo facciamo con  uno dei suoi primi e più importanti successi: Ziggy Stardust. La canzone racconta in sintesi l’ascesa e la caduta di una rock star (Ziggy) che inizia a suonare con gli amici ma poi, grazie al talento e al carisma, si impossessa del centro della scena finchè il suo ego ha il sopravvento e le cose gli sfuggono di mano. Il brano fa parte dell’omonimo disco del 1972, un concept album che narrava un mondo sull’orlo dell’apocalisse, in cui l’ultimo eroe è un ragazzo divenuto rockstar  dai toni messianici dopo aver intercettato delle comunicazioni aliene con la radio e averle scambiate per messaggi spirituali. Ziggy Stardust è in definitiva l’emblema della rockstar, un “cantante rock di plastica” come lo definiva Bowie, che con la sua ascesa e la sua caduta ripercorre idealmente la parabola della celebrità, dietro la quale si nascondono l’insicurezza e la fragilità dell’artista.

      David Bowie spiegò in un’intervista come Ziggy Stardust fosse stato inizialmente concepito per il teatro: «Volevo scrivere un musical. Non avevo idea di come andasse fatto o di come i musical sono costruiti, ma l’idea di scrivere qualcosa basato sul rock per Broadway mi incuriosiva davvero ed ho pensato che sarebbe stata una cosa meravigliosa da fare… Davvero non sapevo le modalità di approccio e così ho seguito un corso molto più semplice, ho abbreviato un po’ l’idea di musical fino a concepire un concept album e ho creato i personaggi»

      L’album fu realizzato con l’idea di confezionare un personaggio di forte impatto sul pubblico: il trucco pesante e i fumettistici costumi colorati diventarono elementi necessari per creare una cornice mistica attorno alla figura di Ziggy, quindi attorno a Bowie stesso dato che in quel periodo le due entità erano pressoché indistinguibili

      [accordion title=”Testo”]

      ZIGGY STARDUST

      Ziggy played guitar
      Jamming good with Wierd and Gilly
      The Spiders from Mars.
      He played it left hand,
      But made it too far,
      Became the special man,
      Then we were Ziggy’s Band.
      Ziggy really sang,
      Screwed up eyes and screwed down hairdo
      Like some cat from Japan,
      He could lick ‘em by smiling
      He could leave ‘me to hang
      Came on so loaded man,
      Well hung and snow white tan.
      So where were the Spiders
      While the fly tried to break our balls
      Just the beer light to guide us,
      So we bitched about his fans
      And should we crush his sweet hands ?
      Ziggy played for time,
      Jiving us that we were Voodoo
      The kids was just crass,
      He was the Naz
      With God given ass
      He took it all too far
      But boy could he play guitar.
      Making love with his ego
      Ziggy sucked up into his mind
      Like a leper messiah
      When the kids had killed the man
      I had to break up the band

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      ZIGGY STARDUST

      Ziggy suonava la chitarra,
      Spassandosela con Wierd e Gilly,
      Gli Spiders from Mars
      Lui suonava con la sinistra,
      Ma si spinse troppo in là,
      Divenne un tipo speciale,
      E allora inventammo il gruppo di Ziggy.

      Ziggy cantava davvero,
      Gli schizzavano fuori gli occhi e scuoteva i capelli
      Come alcuni gatti giapponesi,
      Li poteva leccare con un sorriso
      Li poteva lasciare in bilico
      Diventò un uomo idolo,
      Ben piantato e con la tintarella bianco neve.

      Così dov’erano i Ragni
      Quando la mosca cercò di romperci le palle
      Solo la luce della birra a guidarci,
      Così ci lagnammo dei suoi fans
      E avremmo dovuto spaccare le sue dolci mani?

      Ziggy suonava a tempo,
      Cantando che eravamo voodoo
      I ragazzi erano proprio ottusi,
      Lui era come il Nazareno
      Con un culo divino
      Esagerò un po’
      Ma ragazzi, se sapeva suonare la chitarra.

      Facendo l’amore col suo ego
      Ziggy fu risucchiato nella sua mente
      Come un messia lebbroso
      Quando i ragazzi l’hanno ucciso
      Ho dovuto sciogliere il gruppo.

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      freddy.jpgThe Show Must Go On (Queen)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Quest’anno ricorre il 25esimo anniversario della scomparsa di Freddy Mercury, il fenomenale cantante dei Queen.

      The show must go on è l’ultima traccia dell’ultimo disco dei queen, un disco eccezionale e per ricchezza e qualità musicali e che sorprende per l’altissimo livello delle performance vocali soprattutto se si pensa che durante le registrazioni Freddy era molto provato dalla malattia (tanto non riuscire a reggersi in piedi)

      Brian May ricorda così la genesi del brano:

      « The Show Must Go On è venuta fuori da una sequenza effettuata da Roger Taylor e John Deacon, con me che iniziai a lavorarci sopra perché sentivo dentro di me che sarebbe potuta diventare qualcosa di importante. Ne iniziai a parlare anche con Freddie e, dopo esserci seduti insieme, decidemmo il tema del brano e scrivemmo i primi versi. Ho sempre pensato che sarebbe stato importante farla perché avevamo a che fare con cose che erano difficili da discutere, in quel momento. Ma nel mondo della musica, tutto si può fare. »

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      THE SHOW MUST GO ON

      Empty spaces what are we living for
      Abandoned places – I guess we know the score
      On and on, does anybody know
      what we are looking for…
      Another hero, another mindless crime
      Behind the curtain, in the pantomime
      Hold the line, does anybody want to take it anymore

      The show must go on,
      The show must go on
      Inside my heart is breaking
      My make-up may be flaking
      But my smile still stays on.

      Whatever happens, I’ll leave it all to chance
      Another heartache, another failed romance
      On and on, does anybody know
      what we are living for?
      I guess I’m learning, I must be warmer now
      I’ll soon be turning, round the corner now
      Outside the dawn is breaking
      But inside in the dark I’m aching to be free

      The show must go on
      The show must go on
      Inside my heart is breaking
      My make-up may be flaking
      But my smile still stays on

      My soul is painted like the wings of butterflies
      Fairytales of yesterday will grow but never die
      I can fly – my friends

      The show must go on
      The show must go on
      I’ll face it with a grin
      I’m never giving in
      On – with the show

      I’ll top the bill, I’ll overkill
      I have to find the will to carry on
      On with the
      On with the show
      The show must go on…

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      LO SPETTACOLO DEVE CONTINUARE

      Spazi deserti, per cosa viviamo?
      Luoghi abbandonati, forse noi conosciamo già la partitura
      Avanti e ancora avanti, qualcuno sa
      cosa stiamo cercando…?
      Un altro eroe, un altro insensato crimine
      dietro le quinte, nella pantomima
      Resistere, c’è qualcuno che ce la fa ancora?

      Lo spettacolo deve continuare
      Lo spettacolo deve continuare
      Dentro ho il cuore a pezzi
      Il trucco si sta sciogliendo
      ma il mio sorriso indugia ancora

      Qualunque cosa succeda, lascerò tutto al caso
      Ancora una fitta al cuore, un’altra storia d’amore finita
      Avanti e ancora avanti,
      qualcuno sa per cosa viviamo?
      Forse sto imparando, dovrei essere più cordiale, ora
      Presto girerò l’angolo, ora
      Fuori inizia ad albeggiare
      ma dentro, nell’oscurità, soffro per essere libero

      Lo spettacolo deve continuare
      Lo spettacolo deve continuare
      Dentro ho il cuore a pezzi
      Il trucco si sta sciogliendo
      ma il mio sorriso indugia ancora

      La mia anima è dipinta come le ali delle farfalle
      Le fiabe del passato crescono ma non moriranno mai
      Riesco a volare, amici miei

      Lo spettacolo deve continuare
      Lo spettacolo deve continuare
      Lo affronterò con un largo sorriso
      Non mi arrenderò mai
      Avanti con lo spettacolo

      Sarò l’attrazione principale, esagererò
      Devo trovare la volontà di andare avanti
      Avanti con lo…
      Avanti con lo spettacolo
      Lo spettacolo deve continuare…

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      clapton.jpgTears in heaven (E. Clapton)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Tears in heaven: è un brano scritto da Eric Clapton per la morte del figlio, un pezzo introspettivo nella carriera di un grande artista che ha saputo comporre un brano meraviglioso e dolcissimo tutto per sè, ma coinvolgendo tutti, al di fuori dei suoi schemi rock/blues ai quali ci ha sempre abituati.

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      TEARS IN HEAVEN

      Would you know my name if I saw you in heaven?
      Would it be the same if I saw you in heaven?
      I must be strong and carry on
      ‘Cause I know I don’t belong here in heaven
      Would you hold my hand if I saw you in heaven?
      Would you help me stand if I saw you in heaven?
      I’ll find my way through night and day
      ‘Cause I know I just can’t stay here in heaven
      Time can bring you down; time can bend your knees
      Time can break your heart, have you begging please, begging please
      Beyond the door there’s peace I’m sure
      And I know there’ll be no more tears in heaven
      Would you know my name if I saw you in heaven?
      Would it be the same if I saw you in heaven?
      I must be strong and carry on
      ‘Cause I know I don’t belong here in heaven
      ‘Cause I know I don’t belong here in heaven

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      LACRIME IN PARADISO

      Ricorderesti il mio nome se ti vedessi in Paradiso?
      Sarebbe lo stesso se ti vedessi in Paradiso?
      Devo essere forte ed andare avanti
      Perché lo so, io non appartengo qui, al Paradiso
      Mi terresti la mano se ti vedessi in Paradiso?
      Mi aiuteresti a stare in piedi se ti vedessi in Paradiso?
      Troverò la mia via attraverso la notte e il giorno
      Perché lo so, io non posso restare qui, in Paradiso
      Il tempo può buttarti giù; il tempo può piegarti le ginocchia
      Il tempo può spezzarti il cuore, farti implorare pietà, implorare pietà
      Oltre la porta c’è pace ne sono sicuro
      E lo so non ci saranno più lacrime in Paradiso
      Ricorderesti il mio nome se ti vedessi in Paradiso?
      Sarebbe lo stesso se ti vedessi in Paradiso?
      Devo essere forte ed andare avanti
      Perché lo so, io non appartengo qui, al Paradiso
      Perché lo so, io non appartengo qui, al Paradiso

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      syd1.jpgJug Band Blues (S. Barrett)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Un altro anniversario che ricorre quest’anno è il decimo della scomparsa di Syd Barrett, un nome che a molti potrebbe suonare oscuro ma che sul finire degli anni sessanta fu una stella luminosissima che però bruciò troppo in fretta e implose su se stessa.

      Syd fu il fondatore dei Pink Floyd di cui era autore dei brani, voce e chitarra solista e sicuramente il personaggio più carismatico. Ma come molti suoi colleghi in quegli anni faceva uso di LSD, forse troppo almeno per una psiche probabilmente già un po’ precaria e questo, unito alla pressione asfissiante della casa discografica per dare seguito con nuovi dischi e turné all’improvviso successo, fece collassare il povero Syd. Con il ripetersi sempre più frequente di scene imbarazzanti come quando in diretta tv rimase fermo a fissare il vuoto mentre il playback andava, o quando dal vivo continuava a suonare lo stesso accordo per tutta la canzone, i suoi compagni furono costretti ad estrometterlo dalla band. Continuarono ad aiutarlo nella produzione di un paio di dischi solisti finché Syd smise di interessarsi di musica, si dedicò alla pittura e le sue tracce cominciarono a perdersi.

      Tuttavia la separazione fu un evento traumatico per lui (essere allontanato dalla band che aveva creato) ma anche per i compagni tanto che i lavori della maturità artistica dei Pink Floyd (Dark Side of the Moon, Wish you were here e in parte anche The Wall e The Division Bell) hanno tutti un elemento di riflessione sulla vicenda di Syd: quando parlano del rapporto con lo showbusiness o del sottile confine tra sanità e follia, il pensiero è sempre al loro amico di gioventù.

      Stasera vi proponiamo in mini set a lui dedicato che si apre con Jug Band Blues. Questo è il brano che chiude A Saucerfull of Secrets, il secondo disco dei Pink Floyd dei quali Syd ufficialmente era ancora membro ma il suo contributo si limitò a questo brano trasognato. In cui l’autore sembra muoversi veramente sul confine sottile tra presenza e assenza (mentale), a tratti ironico, a tratti surreale, vi si può leggere la straziante ma al tempo stesso serena consapevolezza che fosse giunto il momento della separazione.

      Una analisi del testo (in inglese):

      This song is about Syd Barret’s awareness of the fact that he is going crazy. First, He sais “im not here,” which is self explanatory. When he sais that he never knew the moon could be so big, he means he never thought the fame would be so much. When he sais he never new it could be so blue, he means he didnt know it could be so sad. He then sais “you threw away my old shoes and brought me here instead dressed in red.” Tjis means his old self is gone and he is dressed in red (like a sacrifice.) When he sais he’s wondering who could be writing this song means that he is writing the song, but he doesn’t know who he is (therefore, he doesn’t know who is writing this song.) At the end he sais, “and what exactly is a joke and what exactly is a dream.” He is saying that he doesn’t know whether if he is really living out his dream or simply living outa joke. This is what i think this song means. I could be wrong, but this still makes a lot of sense.

      Un aneddoto dell’epoca:

      Barrett, talmente pallido che sembrava truccato con la biacca, cantò Jugband blues rimanendo immobile come un morto, e interpretando la canzone in modo astratto e stranito, come se veramente, ciò che appunto dice il testo, lui non ci fosse già più. Era evidente che si trattava di un testamento, anche se nel diagnosticarsi da sé come schizofrenico Barrett dimostrava di saper essere ancora spiritoso. Ma la cosa più impressionante era che Jugband blues riusciva con micidiale precisione a rappresentare in tempo reale l’ultimo atto della schizofrenia, l’istante in cui la mente delirante piomba per sempre nel buio: è quando la canzone sembra finita e si sente un bizzarro suono di banda – lì in trasmissione Barrett dovette accennarlo a voce – dopodiché, pronunciati in modo ancora più impersonale, ci sono quattro versi che sono ormai dentro la pazzia, la pazzia che sentenzia che il mare non è verde e si chiede cosa «esattamente» sia un sogno, cosa «esattamente» uno scherzo…(p. 137)

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      JUG BAND BLUES

      It’s awfully considerate of you to think of me here
      And I’m most obliged to you for making it clear
      that I’m not here

      And I never knew the moon could be so big
      And I never knew the moon could be so blue
      And I’m grateful that you threw away my old shoes
      And brought me here instead dressed in red

      And I’m wondering who could be writing this songI don’t care if the sun don’t shine

      And I don’t care if nothing is mine
      And I don’t care if I’m nervous with you
      I’ll do my loving in the Winter

      And the sea isn’t green
      And I love the queen
      And what exactly is a dream?
      And what exactly is a joke?

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      JUG BAND BLUES

      È molto cortese da parte vostra pensarmi qui
      E vi sono molto obbligato per aver chiarito
      che io non sono qui

      Ed io non sapevo che la stanza potesse essere così grande
      E non sapevo che la stanza potesse essere così triste
      E vi sono grato per aver gettato via le mie vecchie scarpe
      Ed avermi portato qui invece vestito di rosso

      E mi chiedo chi stia scrivendo questa canzone

      Non mi importa se il sole non splende
      E non m’importa se nulla è mio
      E non m’importa se sono nervoso con te
      Amerò d’inverno

      Ed il mare non è verde
      Ed io amo la regina
      E cos’è esattamente un sogno?
      E cos’è esattamente uno scherzo?

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      shine.jpgShine On You Crazy Diamond (Pink Floyd)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Il mini set prosegue con Shine On You Crazy Diamond lunga suite dall’album Wish You Were Here. Il disco nasce in un momento di profonda crisi di identità a seguito dell’enorme successo di Dark side of the moon (ancora oggi, giustamente, uno dei dischi più venduti della storia), crisi dalla quale provano a uscire facendo i conti con i fantasmi del passato e quindi con la figura dell’amico Syd Barrett.

      Un aneddoto molto famoso narra che durante le registrazioni di questo lungo brano comparve in studio un signore grasso con cranio e sopracciglia rasate che si sedette in un angolo mangiando noccioline. Nessuno capiva chi fosse questo personaggio bizzarro e un po’ inquietante finché Roger Waters riconobbe il suo amico d’infanzia e scoppio in lacrime: era Syd Barrett. Erano anni che avevano perso le sue tracce ed era diventato irriconoscibile. Si salutarono, poi Syd se ne andò in silenzio come era arrivato.

      Approfondimento:

      http://www.pinkfloydsound.it/wywh_recensione01.htm

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      SHINE ON YOU CRAZY DIAMOND

      Remember when you were young
      You shone like the sun.
      Shine on you crazy diamond.

      Now there’s a look in your eyes
      Like black holes in the sky.
      Shine on you crazy diamond

      You were caught on the cross fire of childhood and stardom,
      Blown on the steel breeze.
      Come on you target for faraway laughter
      Come on you stranger, you legend, you martyr, and shine!

      You reached for the secret too soon.
      You cried for the moon.
      Shine on you crazy diamond.

      Threatened by shadows at night,
      and exposed in the light.
      Shine on you crazy diamond.

      Well you wore out your welcome with random precision,
      rode on the steel breeze.
      Come on you raver, you seer of visions,
      come on you painter,
      you piper, you prisoner, and shine!

      Nobody knows where you are,
      how near or how far.
      Shine on you crazy diamond.

      Pile on many more layers
      and I’ll be joining you there.
      Shine on you crazy diamond.

      And we’ll bask in the shadow
      of yesterday’s triumph,
      sail on the steel breeze.

      Come on you boy child,
      you winner and loser,
      come on you miner
      for truth and delusion, and shine!

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      CONTINUA A BRILLARE, PAZZO DIAMANTE

      Ricorda quand’eri giovane
      Splendevi come il sole
      Splendi pazzo diamante

      Adesso c’è uno sguardo nei tuoi occhi
      Come buchi neri nel cielo
      Splendi pazzo diamante

      Sei stato preso nel fuoco incrociato di infanzia e celebrità
      Soffiato nella brezza d’acciaio
      Vieni, bersaglio di una lontana risata
      Vieni, sconosciuto, leggenda, martire e splendi!

      Hai cercato di afferrare il segreto troppo presto.
      Avevi un bisogno disperato della luna.
      Splendi pazzo diamante

      Minacciato dalle ombre di notte,
      ed esposto alla luce
      Splendi pazzo diamante.

      Hai consumato bene il tuo benvenuto con precisione casuale,
      portato dalla brezza d’acciaio.
      Vieni, delirante, profeta di visioni,
      vieni pittore, pifferaio, prigioniero, e splendi!

      Nessuno sa dove sei,
      quanto vicino o quanto lontano,
      Splendi pazzo diamante.

      Accatasta molti più strati
      e io ti raggiungerò laggiù.
      Splendi pazzo diamante.

      E ci crogioleremo ai raggi del trionfo di ieri,
      veleggeremo sulla brezza d’acciaio.
      Vieni ragazzino, vincitore e sconfitto,
      vieni tu minatore di verità e delusione, e splendi!

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      wish_you_were_here_pink_floyd_album_cover_warner_bros_lot_photo_location.jpgHave a Cigar (Pink Floyd)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Il testo riflette una forte critica all’ipocrisia e all’avidità all’interno del mondo dell’industria musicale. Viene infatti descritto un discografico che, sigaro in bocca, promette successo e ricchezza, imponendo al gruppo la realizzazione di un album e del successivo tour. È in realtà la descrizione dell’esperienza avuta dai Pink Floyd al momento della conclusione del primo contratto discografico con la EMI.

      [accordion title=”Testo”]

      HAVE A CIGAR

      Come in here, dear boy, have a cigar.
      you’re gonna go far, fly high, you’re never gonna die,
      you’re gonna make it if you try: they’re gonna love you.

      Well I’ve always had a deep respect, and I mean that most sincerely.
      The band is just fantastic, that is really what I think.
      Oh by the way, which one’s Pink?

      And did we tell you the name of the game, boy,
      we call it Riding the Gravy Train.

      We’re just knocked out,
      We heard about the sell out.
      You gotta get an album out, you owe it to the people.
      We’re so happy we can hardly count.

      Everybody else is just green, have you seen the chart?
      It’s a helluva start, it could be made into a monster
      if we all pull together as a team.

      And did we tell you the name of the game, boy,
      we call it Riding the Gravy Train

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      PRENDI UN SIGARO

      Entra pure, caro ragazzo, prendi un sigaro,
      stai per andare lontano, volare alto, non morirai mai,
      ce la farai se ci provi: ti ameranno.

      Beh, ho sempre avuto un profondo rispetto per voi,
      e lo dico con la massima sincerità.
      La band è proprio fantastica, è veramente ciò che penso.
      Oh, fra parentesi, chi di voi è Pink?

      E te l’abbiamo detto il nome del gioco, ragazzo?
      Noi lo chiamiamo Cavalcare l’Onda dei Facili Guadagni.

      Siamo proprio storditi,
      Abbiamo sentito che avete fatto un record di vendite.
      Dovete sfornare un nuovo album, lo dovete alla gente.
      Siamo così contenti che riusciamo a malapena a contare.

      Tutti gli altri sono verdi d’invidia, hai visto la classifica?
      E’ un inizio da sballo, può essere trasformato in qualcosa di grande
      se remiamo tutti assieme come una squadra.

      E te l’abbiamo detto il nome del gioco, ragazzo?
      Lo chiamiamo Cavalcare l’Onda dei Facili Guadagni.

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      cb897c5b83897ec5ae4c4a177c16aeafDear Mr President (Pink)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Il brano è virtualmente una “lettera aperta” al Presidente degli Stati Uniti George W. Bush

      P!nk inizia invitandolo a fare una passeggiata con lei, come se fossero persone comuni e come se fossero l’uno sullo stesso piano dell’altra, per potergli fare alcune domande. E le domande sono sempre più incalzanti e toccano aspetti globali, diritto al perdono e all’accettazione, diritti civili, accettazione del diverso e presa di coscienza anche dei propri errori, veri o presunti, prima di esprimere severità nei confronti degli altri e infine conclude con la consapevolezza che mai avverrà questa camminata e questa conversazione col Presidente.

      Questo brano si inserisce in una importante tradizione di “lettere aperte” in musica (tra cui non si può non ricordare “Le diserteur” di Boris Vian) con cui gli artisti affermano anche il valore politico e civile della loro arte.

       

      [accordion title=”Testo”]

      DEAR MR PRESIDENT

      Dear Mr. President,
      Come take a walk with me.
      Let’s pretend we’re just two people and
      You’re not better than me.
      I’d like to ask you some questions if we can speak honestly.

      What do you feel when you see all the homeless on the street?
      Who do you pray for at night before you go to sleep?
      What do you feel when you look in the mirror?
      Are you proud?

      How do you sleep while the rest of us cry?
      How do you dream when a mother has no chance to say goodbye?
      How do you walk with your head held high?
      Can you even look me in the eye
      And tell me why?

      Dear Mr. President,
      Were you a lonely boy?
      Are you a lonely boy?
      Are you a lonely boy?
      How can you say
      No child is left behind?
      We’re not dumb and we’re not blind.
      They’re all sitting in your cells
      While you pave the road to hell.

      What kind of father would take his own daughter’s rights away?
      And what kind of father might hate his own daughter if she were gay?
      I can only imagine what the first lady has to say
      You’ve come a long way from whiskey and cocaine.

      How do you sleep while the rest of us cry?
      How do you dream when a mother has no chance to say goodbye?
      How do you walk with your head held high?
      Can you even look me in the eye?

      Let me tell you ’bout hard work
      Minimum wage with a baby on the way
      Let me tell you ’bout hard work
      Rebuilding your house after the bombs took them away
      Let me tell you ’bout hard work
      Building a bed out of a cardboard box
      Let me tell you ’bout hard work
      Hard work
      Hard work
      You don’t know nothing ’bout hard work
      Hard work
      Hard work
      Oh

      How do you sleep at night?
      How do you walk with your head held high?
      Dear Mr. President,
      You’d never take a walk with me.
      Would you?

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      CARO SIGNOR PRESIDENTE

      Caro signor Presidente
      venga a fare una camminata con me
      facciamo finta di essere due persone normali
      e che lei non sia meglio di me
      mi piacerebbe chiederle alcune cose
      se possiamo parlare onestamente
      come si sente quando vede tutti quei
      senza tetto per le strade?
      la notte, prima di andare a dormire,
      a chi si rivolge nelle sue preghiere?
      cosa prova quando si guarda nello specchio?
      si sente orgoglioso?
      come dorme mentre il resto di noi piange?
      come sogna quando una madre
      non può dir nulla se non “addio”?
      come cammina con la sua testa alta?
      riesce addirittura a guardarmi negli occhi?
      e mi dica il perchè
      caro signor Presidente
      lei era un ragazzo solo?
      lei è un ragazzo solo?
      lei è un ragazzo solo?
      come può dire che
      nessun bambino è abbandonato a se stesso
      noi non siamo sordi e nemmeno ciechi
      sono tutti seduti nelle sue celle
      mentre lei paga la strada che porta all’inferno
      che razza di padre priverebbe una figlia dei suoi diritti?
      e che razza di padre riuscirebbe ad odiare
      la sua stessa figlia se fosse lesbica?
      posso solo immaginare cos’ha da dire la First Lady
      lei è arrivato da una lunga strada di whiskey e cocaina
      come dorme mentre il resto di noi piange?
      come sogna quando una madre
      non può dir nulla se non “addio”?
      come cammina con la sua testa alta?
      riesce addirittura a guardarmi negli occhi?
      lasci che le dica cos’è il duro lavoro
      un salario minimo con un bambino che è in arrivo
      lasci che le dica cos’è il duro lavoro
      ricostruendo la tua casa dopo
      che le bombe l’hanno distrutta
      lasci che le dica cos’è il duro lavoro
      costruendo un letto fuori da una scatola di cartone
      lasci che le dica cos’è il duro lavoro
      duro lavoro, duro lavoro
      lei non sa niente di cosa sia il duro lavoro
      duro lavoro, duro lavoro, oh
      come dorme la notte?
      come cammina con la sua testa alta?
      caro signor Presidente
      lei non farebbe mai una camminata con me
      vero?

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      20051215-__TMP_06143_3052479Music (John Miles)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Music è un brano di John Miles del 1976 a cavallo tra pop e prog. Il testo in maniera molto diretta e semplice parla dell’amore per la musica, primo e ultimo amore, unica spinta ad andare avanti in un mondo pieno di difficoltà.

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      MUSIC

      Music was my first love
      And it will be my last,
      Music of the future
      And music of the past.

      To live without my music
      Would be impossible to do,
      In this world of troubles
      My music pulls me through.

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      MUSICA

      La musica è stata il mio primo amore
      E sarà anche l’ultimo.
      La musica del futuro
      E la musica del passato

      Vivere senza la mia musica
      Sarebbe impossibile
      In questo mondo pieno di problemi
      La mia musica mi spinge avanti

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      7971136902_b97dd83667The Load Out/Stay (Jackson Browne)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      The Load Out è un meraviglioso affresco, raccontato da dietro le quinte, della vita dei musicisti e dei “roadie”, coloro i quali montano e smontano il palco di un concerto e seguono la band “on the road” durante i tour. I racconto inizia quando ormai il concerto è finito, la sala è vuota e i tecnici cominciano a smontare tutto per poi rimontare domani in un’altra città. Immagini e scene che il pubblico di solito non conosce, per loro i musicisti iniziano ad esistere quando salgono sul palco e danno tutto se stessi per renderli felici e cessano di esistere quando le luci si spengono. Ma per i musicisti il tempo passato sulla scena è solo una minima parte della loro vita, un tempo che sembra sempre troppo breve. Il backstage invece è un mondo segreto fatto di fatica, polvere, solitudine, cameratismo, estenuanti spostamenti, nostalgia per gli affetti, una continua attesa per quel momento magico in cui le luci si accenderanno di nuovo. E allora venne naturale collegarsi ad un vecchio brano dal titolo Stay che è un’esortazione al pubblico a rimanere per cantare tutti insieme ancora un’altra canzone quasi ad esorcizzare l’immancabile conclusione anche di questa nuova serata.
      Come molti brani del disco “Running on empty” anche questo è stato composto e registrato “in tour” e pare che la versione finita sul disco sia proprio la prima volta che la band eseguiva la canzone non solo dal vivo ma in assoluto (quindi – quasi- senza prove). Ma evidentemente il brano era così significativo che tutti i musicisti diedero il meglio di sé.

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      THE LOAD OUT/STAY

      Now the seats are all empty
      Let the roadies take the stage
      Pack it up and tear it down
      They’re the first to come and last to leave
      Working for that minimum wage
      They’ll set it up in another town
      Tonight the people were so fine
      They waited there in line
      And when they got up on their feet they made the show
      And that was sweet…
      But I can hear the sound
      Of slamming doors and folding chairs
      And that’s a sound they’ll never know

      Now roll them cases out and lift them amps
      Haul them trusses down and get’em up them ramps
      ‘Cause when it comes to moving me
      You guys are the champs
      But when that last guitar’s been packed away
      You know that I still want to play
      So just make sure you got it all set to go
      Before you come for my piano

      But the band’s on the bus
      And they’re waiting to go
      We’ve got to drive all night and do a show in Chicago
      or Detroit, I don’t know
      We do so many shows in a row
      And these towns all look the same
      We just pass the time in our hotel rooms
      And wander ’round backstage
      Till those lights come up and we hear that crowd
      And we remember why we came

      Now we got country and western on the bus
      R and B, we got disco in eight tracks and cassettes in stereo
      We’ve got rural scenes & magazines
      We’ve got truckers on the CB
      We’ve got Richard Pryor on the video
      We got time to think of the ones we love
      While the miles roll away
      But the only time that seems too short
      Is the time that we get to play

      People you’ve got the power over what we do
      You can sit there and wait
      Or you can pull us through
      Come along, sing the song
      You know you can’t go wrong
      ‘Cause when that morning sun comes beating down
      You’re going to wake up in your town
      But we’ll be scheduled to appear
      A thousand miles away from here

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      SMONTANDO TUTTO/RESTATE

      ora le sedie sono tutte vuote
      che i roadies salgano sul palco
      impacchetta e stacca
      loro sono i primi ad aarivare e gli ultimi ad andarsene
      lavorando per un salrio minimo
      ricostruiscono in un’altra città
      stasera la gente era così carina
      hanno aspettato la in fila
      e quando si sono alzati in piedi
      e fatto lo spettacolo, e questo era dolce
      e qui il suono delle porte che sbattevano e sedie pieghevoli
      e questo è un suono che loro non conoscono

      e carica queste casse e carica quegli amplificatori
      e trasporta e sali quelle rampe
      e quando è ora che mi devo muovere
      sapete che voi ragazzi siete i campioni
      ma quando l’ultima chitarra è stat impacchettata
      sapete che io voglio ancora suonare
      così assicuratevi di aver meso via tutto
      prima di venire per il mio pianoforte

      ma la band è sul bus
      e sono pronti per andare
      dobbiamo guidare tutta la notte
      a fare uno spettacolo a Chicago… o Detroit
      non lo so, facciamo così tanti spettacoli di fila
      E queste città sembrano le stesse
      noi passiamo il tempo nelle camere degli hotel
      e girovaghiamo attorno al backstage
      fino a quando le luci salgono e e noi sentiamo quella folla
      e ci ricordiamo perchè siamo venuti

      Ora noi abbiamo il country ed il western sul bus
      Rock & Blues, abbiamo la Disco in stero-8 e le audio cassette nello stereo
      abbiamo scene rurali e magazzini
      e abbiamo camion sul CB
      abbiamo Richard Pryor sul video
      abbiamo tempo per pensare a quelli che amiamo
      mentre le miglia si srotolano
      ma il tempo che sembra più corto è il tempo in cui suoniamo
      gente voi avete il potere su ciò che noi facciamo
      o potete sedervi ed aspettare
      o anche venire con noi
      venite, cantate questa canzone
      sapete che non potete sbagliare
      perchè quando il sole del mattino inizierà a splendere
      voi vi svegliate nella vostra città
      e noi saremo programmati per apparire
      mille miglia lontano da qui

      gente restate solo un poco più a lungo
      vogliamo suonare
      solo un poco più a lungo
      ora al promoter non interessa
      e al sindacato non interessa
      se prendiamo un poco di tempo
      e ci lasciamo tutto dietro e cantiamo
      ancora una canzone
      oh non resterete ancora un poco più a lungo
      per favore per favore per favore dite che resterete
      dite che resterete

      oh non resterete ancora un poco più a lungo
      oh per favore per favore per favore dite che resterete
      or al promoter non interessa
      e ai roadies non interessa
      se prendiamo un poco di tempo
      e ci lasciamo dietro tutto questo e cantiamo
      una canzone in più

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      fame1I Sing The Body Electric (M. Gore)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Abbiamo aperto la serata con un brano trato da Fame – Saranno Famosi e concludiamo con un altro brano dallo stesso film.

      Il titolo è ispirato ad una celebre poesia di Walt Whitman che era un inno alla vita, alla sensualità, alla fisicità, alle infinite possibilità dell’essere umano di realizzare la propria natura più profonda.

      Similmente gli allievi della scuola cantavano un inno a ciò che aspiravano a diventare: padroni del loro futuro, stelle tra le stelle.

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      I SING THE BODY ELECTRIC

      I sing the body electric
      I celebrate the me yet to come
      I toast to my own reunion
      When I become one with the sun

      And I’ll look back on Venus
      I’ll look back on Mars
      And I’ll burn with the fire of ten million stars
      And in time
      And in time
      We will all be stars

      I sing the body electric
      I glory in the glow of rebirth
      Creating my own tomorrow
      When I shall embody the earth

      And I’ll serenade Venus
      I’ll serenade Mars
      And I’ll burn with the fire of ten million stars
      And in time
      And in time
      We will all be stars

      We are the emperors now
      And we are the czars
      And in time
      And in time
      We will all be stars

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      CANTO IL CORPO ELETTRICO

      Canto il corpo elettrico
      faccio festa al me stesso ancora da venire
      mi scaldo alla mia riunione
      quando divento tutt’uno con il sole

      E guarderò indietro a Venere
      guarderò a Marte
      e brucerò del fuoco di dieci milioni stelle e
      in un momento tutti noi saremo stelle

      Canto il corpo elettrico
      celebo nell’incandescenza della rinascita
      che crea il mio domani
      quando incorporerò la terra

      e farò una serenata a Venere e a Marte
      e brucerò insieme al fuoco di dieci milioni di stelle
      e in un momento tutti noi saremo stelle

      Siamo noi gli imperatori ora
      siamo i cesari
      e in un momento tutti noi saremo stelle

      [/accordion]

      [/accordions]

       

      676005_1_fPiano Man (Billy Joel)

      [accordions title=”” disabled=”false” active=”0″ autoheight=”false” collapsible=”true”]

      [accordion title=”Note”]

      Nel 1973 billy joel si presenta sulla scena musicale con questo magnifico brano che pochi mesi fa la biblioteca del congresso americano ha deciso di inserire nel proprio catalogo per il profondo significato artistico, storico e culturale.

      Il testo racconta in maniera romanzata la reale esperienza di billy joel come pianista in un celebre bar di los angeles. Nelle strofe il pianista racconta i personaggi che si vede passare davanti con le loro storie di vite difficili, frustrazioni e sogni infranti o testardamente inseguiti mentre nel ritornello sono gli avventori che lo invitano a cantare ancora per tener su il loro morale.

      [/accordion]

      [accordion title=”Testo”]

      PIANO MAN

      It’s nine o’clock on a Saturday
      The regular crowd shuffles in
      There’s an old man sitting next to me
      Making love to his tonic and gin

      He says , “Son can you play me a memory
      I’m not really sure how it goes
      But it’s sad and it’s sweet
      And I knew it complete
      When I wore a younger man’s clothes ”

      Lalela Lalelaa Lala Lalelaa La

      Sing us a song you’re the piano man
      Sing us a song tonight
      Well we’re all in the mood for a melody
      And you’ve got us feeling alright

      Now John at the bar is a friend of mine
      He gets me my drinks for free
      And he’s quick with a joke
      or to light up your smoke
      But there’s someplace that he’d rather be

      He says , “Bill , I believe this is killing me”
      As a smile ran away from his face
      “Well , I’m sure that I could
      be a movie star
      If I could get out of this place ”

      Oh Lalela Lalelaa Lala Lalelaa La

      Now Paul is a real estate novelist
      Who never had time for a wife
      And he’s talking with Davy ,
      who’s still in the Navy
      And probably will be for life

      And the waitress is practicing politics
      As the businessmen slowly get stoned
      Yes they’re sharing a drink
      they call loneliness
      But it’s better than drinking alone

      Sing us a song you’re the piano man
      Sing us a song tonight
      Well we’re all in the mood for a melody
      And you’ve got us feeling alright

      It’s a pretty good crowd for a Saturday
      And the manager gives me a smile
      ‘Cause he knows that it’s me
      they’ve been coming to see
      To forget about life for a while

      And the piano sounds like a carnival
      And the microphone smells like a beer
      And they sit at the bar
      and put bread in my jar
      And say “Man what are you doing here ?”

      Oh Lalela Lalelaa Lala Lalelaa La

      Sing us a song you’re the piano man
      Sing us a song tonight
      Well we’re all in the mood for a melody
      And you’ve got us feeling alright

      [/accordion]

      [accordion title=”Traduzione”]

      IL PIANISTA

      Le 9 nove di un sabato qualunque
      la solita gente che entra
      c’è un anziano seduto accanto a me
      che fa l’amore col suo tonic & gin

      Mi dice: puoi suonarmi un ricordo?
      non sono sicuro di come fa
      ma è dolce e triste
      e la sapevo a memoria
      quando vestivo gli abiti di ragazzo

      Lalela Lalelaa Lala Lalelaa La

      Cantaci una canzone sei il pianista
      cantaci una canzone stasera
      beh,stiamo aspettando una canzone
      e ci devi far sentire bene

      Poi c’è John il barista amico mio
      mi offre sempre da bere
      ed è sempre pronto per una storiella
      o ad accendermi la sigaretta
      ma vorrebbe essere altrove

      Mi dice ”Bill, credo che questo mi ammazzerà”
      mentre il sorriso svanisce dal suo viso
      “beh,sono sicuro che potrei essere
      un grande attore
      se solo potessi andarmene da qui”

      Oh Lalela Lalelaa Lala Lalelaa La

      Poi c’è Paul immobiliare-romanziere
      che non ha mai avuto tempo per una moglie
      sta parlando con Davy,
      che è ancora in marina
      e forse ci resterà per sempre

      e la cameriera sta facendo la diplomatica
      mentre gli uomini d’affari lentamente si ubriacano
      si,stanno bevendo insieme un drink
      che chiamano solitudine,
      ma è sempre meglio che bere da soli

      Cantaci una canzone sei il pianista
      cantaci una canzone stasera
      beh,stiamo aspettando una canzone
      e ci devi far sentire bene

      È una discreta folla per un sabato sera
      e il mio manager mi sorride
      perchè sa che è me
      che sono venuti a vedere
      per scordarsi della vita per un po’

      Ed il piano suona come fosse carnevale
      ed il microfono puzza di birra
      e siedono al bancone
      e mettono “grana nel mio salvadanaio”
      e dicono”amico,cosa ci stai facendo qui?”

      Oh Lalela Lalelaa Lala Lalelaa La

      Cantaci una canzone sei il pianista
      cantaci una canzone stasera
      beh,stiamo aspettando una canzone
      e ci devi far sentire bene

      [/accordion]

      [/accordions]